Serie A - Maradona "Mou ha prosciugato l'Inter"


"Il ciclo argentino dei nerazzurri è finito", questa l'opinione espressa da Diego in un'intervista alla Gazzetta dello Sport in cui l'ex Pibe de Oro ha parlato anche di Napoli, Milan, Messi, Tevez e Balotelli...
 


FONTE: EUROSPORT


E' il solito Maradona, senza peli sulla lingua che dice ciò che pensa e pensa ciò che dice, quello che si racconta ad un'intervista rilasciata alla 'Gazzetta dello Sport'.
Maradona - 0Il primo pensiero del Pibe de Oro va alla sua Napoli, anzi, al suo Napoli che lo ha riempito di orgoglio in Champions League contro il Chelsea. "Al San Paolo, - dice - è andato più vicino il Napoli al 4-1 che il Chelsea al 3-2. A Stamford Bridge non è mai facile giocare, è uno stadio che mette una pressione non facile da gestire. La speranza è che il Napoli possa qualificarsi per la prossima Champions in modo da ripetere l'esperienza di quest'anno con maggior consapevolezza".
E magari con un tifoso in più al San Paolo. Maradona, accusato di evasione fiscale per 38 milioni di euro, potrebbe approfittare dello spiraglio lasciato aperto dal direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera. "Voglio chiarire la mia posizione - continua l'allenatore dell'Al-Wasl. Ho in mano una sentenza del '94 nella quale si dice che non devo nulla. Non ho capito chi abbia poi cambiato le carte in tavola e perché. Chiederò un appuntamento a Befera, voglio chiudere questa storia che mi ha avvelenato la vita. Non sono un evasore fiscale. Io odio gli evasori fiscali e dunque trovo questa situazione doppiamente amara".
Anche perché tornare a Napoli significherebbe poter vedere chi, insieme a lui, ha scritto la storia del club partenopeo. Giordano, Carnevale, Renica... vecchi amici "con cui andare a bere un caffè in piazza del Plebiscito", ricordando i vecchi tempi e parlando di questa nuova squadra, così simile nell'atteggiamento al suo Napoli. "Sono bravi e giocano con il cuore. Non conosco bene Mazzarri, ma la sua bravura si vede da come fa giocare il pacchetto arretrato: non ha campioni lì dietro, quelli stanno davanti, ma difendendo di squadra riesce a ovviare alle carenze di talento. Sono ordinati e determinati. Tesi al loro obiettivo”.
Un obiettivo che quest'anno potrebbe essere il terzo posto, ma per le prossime stagioni non è impensabile lottare per lo Scudetto. Certo, "ci sarà anche la Juve. La Vecchia Signora è tornata e, lasciatemi aggiungere, purtroppo. Nella prospettiva di lottare per il titolo, il Napoli avrà una concorrente in più. Quest'anno, però, credo che sarà il Milan a vincere. Ha un piccolo, ma pesante vantaggio e probabilmente è ancora la squadra migliore. Inoltre la dirigenza ha avuto il coraggio di puntare su un volto nuovo, Massimiliano Allegri". Un bel colpo in un mondo, quello del calcio "che pare imbalsamato. Sempre le stesse facce, non mi stupirei se qualcuno richiamasse Trapattoni".
E, parlando di Milan, l'argomento non può non spostarsi sul Barcellona e, ovviamente su Leo Messi. "C’è una dote, soprattutto una, che nessuno ha mai avuto come me e Leo: la velocità di pensiero - commenta Maradona -. Allenandolo, la cosa di me che rivedevo in lui era la fulminea comprensione di come l’azione si sarebbe sviluppata. E’ una qualità innata, una cosa da computer. Potendo dialogare con uno che pensa alla stessa velocità, se avessimo giocato insieme entrambi avremmo dato ancora di più”. 
Per un argentino, la Pulce, i cui numeri fanno paura, altri argentini che sembrano aver chiuso un ciclo. Sono quelli nerazzurri dell'Inter: Zanetti, Cambiasso, Samuel, Milito che "hanno scritto la storia. Poi, il tempo passa per tutti. E a volte qualcuno lo accelera... È stato Mourinho. Un grande anche per questo, riesce a farsi dare tutto dai suoi giocatori. Non so all’epoca quanta energia avessero ancora, ma Mourinho non gliene lasciò nemmeno una stilla. Egoista? Patto col diavolo? Hanno vinto, questo conta".
Un altro argentino ha fatto parlare di sé in questi giorni: Carlos Tevez. "Sono contento che Ho molto apprezzato anche il fatto che Mancini abbia voluto e saputo dare una nuova opportunità a Tevez; mi ero raccomandato con l’Apache, una volta sfumato il trasferimento al Milan doveva fare pace e l’ha fatta. È una storia che può finire in gloria, se il City vincerà il titolo". E potrebbe vincerlo, anche con l'aiuto di Balotelli, un giocatore che "mi piace molto. E’ ancora un ragazzino, e come sappiamo i suoi problemi non sono in campo ma fuori, ma penso che il sostegno quasi paterno di Mancini lo stia portando sulla strada giusta".
SuperMario, però, non è tra i suoi giocatori preferiti. "Al primo posto assoluto Messi, davanti a Cristiano Ronaldo. A parimerito al terzo posto Rooney e Ibra. Lo svedese è un purosangue, non è facile allenarlo", conclude Maradona.